Celle solari: il fotovoltaico fa passi da gigante
L’ultimo decennio ci ha mostrato i passi da gigante del fotovoltaico. E stupisce un po’ il fatto che questi progressi siano quasi quotidiani, soprattutto dal punto di vista della ricerca e della sperimentazione. Le continue scoperte in meno di 10 anni hanno aumentato la garanzia massima per un impianto fotovoltaico: se nel 2005 i pannelli fotovoltaici erano garantiti per un massimo di 20 anni, oggi i moduli fotovoltaici oltre ad avere un rendimento molto più alto sono garantiti anche per più di 35 anni. Il fotovoltaico ha fatto registrare progressi in molti ambiti diversi: oltre al rendimento e al ciclo di vita, sono aumentati i metodi integrativi e le tecnologie (che hanno raggiunto altissimi livelli qualitativi). Nel frattempo sono calati gli ingombri, i costi di produzione e di conseguenza anche i prezzi. In particolare, il calo dei prezzi è diventato evidente più che mai nel passaggio tra il 2013 e il 2014. Un altro aspetto importante nella crescita del settore fotovoltaico è relativo agli inverter: l’innovazione tecnologica ha migliorato notevolmente non solo i pannelli fotovoltaici, ma tutta una serie di dispositivi accessori: pulitori, inseguitori, accumulatori, inverter. Prima l’impianto fotovoltaico aveva un solo inverter, che quindi determinava completamente la sua produttività. Oggi è possibile installare alcuni mini inverter semplici da montare e da gestire, per cui una zona d’ombra non causa problemi alla produttività complessiva dell’impianto. Il livello raggiunto dal fotovoltaico oggi lo rende a tutti gli effetti un investimento, anche nel caso dell’installazione di un impianto fotovoltaico domestico. È possibile recuperare la spesa in tre-quattro anni e ottenere nei prossimi anni un guadagno economico effettivo di migliaia di euro.
Celle solari con punti quantici colloidali, arriva una nuova ricerca sul fotovoltaico
Vi raccontiamo di una importante ricerca che arriva da oltreoceano, sempre a proposito di progressi e novità. L’Università di Toronto sta lavorando sulle nanoparticelle che potrebbero ridurre ulteriormente i costi di produzione del fotovoltaico. Il team di ricercatori – guidato dal docente di Ingegneria elettrica e informatica Ted Sargent e dal ricercatore Zhijun Ning – sta studiando una nuova classe di nanoparticelle che potrebbero portare alla realizzazione di celle solari meno costose, più flessibili e più leggere. La tecnologia studiata si basa su punti quantici colloidali (colloidal quantum dot) e su due tipi di semiconduttori (n e p) che associati sembrano in grado di resistere all’ossidazione se esposti all’aria. Attualmente questo nuovo materiale è stato utilizzato per costruire una cella solare che ha un’efficenza di conversione dell’otto per cento. I margini di miglioramento secondo i ricercatori sono molto alti e si dovrà continuare a lavorare sulle prestazioni e sull’efficacia di conversione delle nuove celle solari con punti quantici colloidali. L’altro elemento interessante di questa ricerca è che il materiale utilizzato per le nuove celle solari consentirebbe di stampare le celle su supporti sottili e flessibili. In questo modo i costi dei pannelli sarebbero ancora più bassi e le celle fotovoltaiche con punti quantici colloidali potrebbero essere utilizzate per realizzare anche le tegole fotovoltaiche.
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